Pagina:Boccaccio - Decameron di Giovanni Boccaccio corretto ed illustrato con note. Tomo 5, 1828.djvu/186

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d’un matto ora col muso ora col dito all’altre femmine mostrato! Io dirò il vero, questo m’indusse a tanta indignazione d’animo che io fui alcuna volta assai vicino ad usar parole che poco onor di lei sarebbono state: ma pure alcuna scintilletta di ragione dimostrandomi che molto maggiore vergogna a me ciò faccendo acquisterei che a lei, da tale impresa non poco ma molto turbato mi ritenne, e a quella ira e disordinato appetito di che tu mi domandi m’indusse. Lo spirito allora nella vista mostrando d’avere assai bene le mie parole raccolte, e l’intenzione di quelle, seco non so che dicendo, alquanto, avanti che alcuna cosa che io intendessi dicesse, soprastette pensoso; poi a me rivolto, con voce assai mansueta cominciò a parlare, dicendo: e come tu t’innamorasti e di cui, e ’l perchè e la cagione della tua disperazione, assai bene mi credo dalle tue parole aver compreso: ora voglio io che grave non ti sia, se alquanto in servigio della tua medesima salute, e forse dell’altrui, io teco mi distendo a ragionare, primieramente da te cominciando, perchè del tuo errore fosti tu stesso principio; e da questo verremo a dire di colei, della quale tu, mal conoscendola, follemente t’innamorasti; e ultimamente, se tempo ne fia prestato, alcuna cosa diremo sopra le cagioni che te a tanto cruccio recarono, che quasi te a te stesso feceno uscir di mente. E cominciando da quello che promesso abbiamo, dico, che assai cagioni giustamente possono me a ogni altro muovere a doverti riprendere; ma acciocchè tutte non si vadano ricercando, per fare il ragionamento minore, due solamente m’aggrada toccarne: l’una è la tua età, la seconda sono gli tuoi studi: delle quali ciascuna per