Pagina:Boccaccio - Decameron di Giovanni Boccaccio corretto ed illustrato con note. Tomo 5, 1828.djvu/190

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dette cose esser vere la tua filosofia non ti mostrasse, nè a memoria ti ritornasse la sperienza, la quale di gran parte di quelle in te medesima veduta hai, le dipinture degli antichi tel mostreranno, le quali lui per le mura, giovane ignudo con ali, e con occhi velati e arciere, non senza grandissima cagione, e significazione de’ suoi effetti tutto ’l dì vi dimostrano. Dovevanti, oltre a questo, li tuoi studii mostrare, e mostrarono, se tu l’avessi voluto vedere, che cose femmine sono, delle quali grandissima parte si chiamano e fanno chiamare donne; e pochissime se ne truovano.

La femmina è animale imperfetto, passionato da mille passioni spiacevoli, e abominevoli pure a ricordarsene non che a ragionarne: il che se gli uomini riguardassono come dovessono, non altrimenti andrebbono a loro, nè con altro diletto o appetito, che all’altre naturali e inevitabili opportune cose vadano; il luogo delle quali, posto già il superfluo peso, come con istudioso passo fuggono, così loro fuggirebbono, quello avendo fatto perchè la deficiente umana prole si ristora, siccome ancora in ciò tutti gli altri animali molto meglio che gli uomini fanno. Niuno altro animale è meno netto di lei: non il porco, qualora è più nel loto, aggiugne alla bruttezza di lei; e se forse alcuno questo negasse, riguardinsi i parti loro, ricerchinsi i luoghi segreti, dove esse, vergognandosene, nascondono gli orribili strumenti li quali a tor via i loro superflui umori adoperano. Ma lasciamo stare quel che a questa parte appartiene, la quale esse ottimamente sappiendo, nel segreto loro hanno per bestia ciascuno uomo che l’ama, che le desidera, o che le segue, e in sì fatta guisa ancor lo sanno nascon-