Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/41

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libro primo 37

tendo minacciavano i sopravvegnenti nemici. Niuno risparmiava la volonterosa forza, ma tutti senza alcuna paura combattevano con la vile moltitudine. Lelio e Sesto, i quali avanti procedevano, combattevano virilmente con due grandissimi barbari, i quali forti e resistenti trovarono. E mentre l’aspra pugna durava, la moltitudine dell’iniqua gente abbondante premeva tanto i romani, che quasi costretti da viva forza oltre al loro volere rinculavano. Lelio, il quale aveva giá abbattuto il suo avversario, rivolto verso i suoi, li vide alquanto tirati indietro; allora volta la testa del suo cavallo, con ritondo corso gli circuí dicendo: «L’ora della vostra virtú disiderata è presente: spendete le vostre forze. Alla nostra salute non manca altro che l’operar de’ ferri aiutati dalle nostre braccia. Qualunque uomo disidera di riveder l’abbandonata patria, i cari padri, i figliuoli e le mogli, e’ lasciati amici, con la spada gli dimandi: Iddio ha poste tutte queste cose nel mezzo della battaglia. La migliore cagione e che ci porge speranza di vittoria, è il valore di noi pochi combattitori, perciò che la grande quantitá de’ nemici impedirli loro medesimi ristretti nel picciolo campo. Imaginate che qui davanti a voi dimorino i vostri padri, e le vostre madri, e’ vostri figliuoli piccolini, e in ginocchioni lagrimando preghino che voi adoperiate sí l’arme, che voi vi rendiate a loro medesimi vincitori; sí che poi narrando loro i corsi pericoli, paurosi e lieti gli facciate in una medesima ora««. Le parole di Lelio, parlante cose pietose, infiammarono i non freddi petti de’ romani giovani, i quali sospinsero avanti la sostenuta battaglia, uccidendo non picciola quantitá della canina gente. Scurmenide, potentissimo barbaro, gía riguardando la gente del suo signore, per picciola quantitá di combattitori invilita, voltarsi verso le sue insegne: e come stimolo de’ suoi e rabbia dell’empio popolo, per tema che ’l cominciato male non perisca, da alcuna parte si parò dinanzi a’ paurosi cavalieri, e mirando verso loro conobbe quali coltelli erano stati poco adoperati, e quali mani tremavano premendo la spada, e chi aveva le lance lente e chi le dispiegava, e chi combatteva bene e chi no; e questo veduto, parlò cosi: «Ah!