Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/106

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se accidente avvenisse, prendessi sopra te un grave affanno? Caro figliuolo, e’ non si disdice a’ giovani disiderosi di pervenire valorosi prencipi l’andare veggendo i costumi delle varie nazioni del mondo. Già sappiamo noi che Androgeo, giovane quasi nella tua età, solo figliuolo maschio di Minòs, re della copiosa isola di Creti, andò agli studii d’Attene, lasciando il padre pieno d’età forse più ch’io non sono, perchè in Creti non era studio sofficiente al suo valoroso intendimento. E Giansone, più disposto all’armi che a’ filosofichi studii, con nuova nave prima tentò i pericoli del mare per andare all’isola de’ Colchi a conquistare il Montone con la cara lana, e con esso etterna fama, perchè ne’ suoi paesi non potea mostrare la sua virtuosa forza, e giovanissimo abandonò i vecchi padre e ziano sanza alcuna erede: l’onore del mondo nè i celestiali regni non s’acquistano sanza affanno. Io conosco manifestamente che effettuoso amore ti strigne a essere sempre meco, e niuna altra cagione ti fa scusare l’andata; ma l’andare a Montoro non sarà allontanarsi da me. Onde, caro figliuolo, va, e sì sollecitamente con acconcio modo studia, che tu possi a me in brieve tempo sanza più avere a studiare ricongiugnerti valoroso giovane -.

Allora Florio, non potendosi quasi più celare, però che ira e amore dentro l’ardeano, rispose: Caro padre, nè Androgeo nè Giansone non seguirono l’uno lo studio e l’altro l’armi, se non per averne il glorioso fine disiderato da loro: e questo è manifesto. E veramente a me non sarebbe grave il provare le tempestose onde del mare, nè i pericoli della terra, andando molto più lontano da voi, in qualunque parte del mondo, che niuno di loro