Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/14

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2 FILOCOPO

di Taumante a significare la sua venuta, discese della somma altezza nel cospetto di colui che per lei tenea il santo uficio, e così disse: O tu, il quale alla somma degnità se’ indegno pervenuto, quale negligenza t’ha messo in non calere della prosperità de’ nostri avversarii? quale oscurità t’ha gli occhi, che più debbono vedere, occupati? levati su: e peròcche a te è sconvenevole a guidare l’armi di Marte, fa’ che incontanente sia da te chiamato chi colla nostra potenzia abbatta le non vere frondi, che sopra l’inutile ramo, le cui radici già è gran tempo furono secche, dimorano, e in maniera che di loro mai più ricordo non sia. Intra ’l Ponente e i regni di Borea sono fruttifere selve, nelle quali io sento nato un valoroso giovane, disceso dell’antico sangue di colui che già li tuoi anticessori liberò dalla canina rabbia de’ Longobardi, loro rendendo vinti con più altri nemici alla nostra potenza. Chiama costui, perocchè noi gli abbiamo quasi l’ultima parte delle nostre vittorie serbata e sopra noi gli prometti valorose forze. Io gli farò li Fauni, e’ Satiri e le Ninfe graziose ne’ suoi affanni; Nettunno e Eolo desiderano di servirmi; e Marte a’ miei prieghi vigorosamente l’aiuterà. E ’l nostro Giove è di tutte queste cose contento, perocchè ha preso a sdegno, veggendo a gente portare per insegna quello uccello nella cui forma già molte volte si mostrò a’ mondani, che più a’ sacrificii di Priapo intendono che a governare la figliuola di Astreo loro debita sposa. Io ancora ti prometto di commuovere colle infernali furie un’altra volta gli abbondevoli regni in suo servigio, come già feci quando ne’ paesi italici entrò il santo uccello, la cui ruinazione non