Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/245

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ora? Come avevi tu potuto per costoro o per alcuna altra donna mettere in oblio Biancifiore, tanto che tu disiderassi quello che tu disideravi di costoro, o che tu potessi mostrare amore ad alcuna, come tu a costoro toccandole, già mostravi? Ahi! perfidissimo, ogni dolore t’è bene investito, ma certo cara l’accatterai la tua nequizia. Ora come ti dichinavi tu ad amare queste, la cui beltà è piccolissima parte di quella di Biancifiore? E quando ella fosse pur molta più, come potresti tu mai trovare chi perfettamente t’amasse come ella t’ama? Deh! se questo le fosse manifesto, non avrebbe ella ragionevole cagione di non volerti mai vedere? Certo sì -. Con molte altre parole si dolfe Florio per lunga stagione; e così dolendosi tacitamente, Calmena, che la cagione ignorava, gli si rappressò, dimandando perchè a lei non rispondeva, dicendogli: Deh, anima mia, rispondimi; dimmi perchè ora sospirasti così amaramente, e dimmi la cagione della tua nuova turbazione, nè ti dilungare da colei che più che sè t’ama -. Allora Florio con dolente voce disse: Donne, io vi priego per Dio che elli non vi sia grave il lasciarmi stare, però che altro pensiero che di voi m’occupa la dolorosa mente -. E detto questo, levato si sarebbe di quel luogo, se non fosse che egli non le volea fare vergognare. Disse allora Edea: E qual cosa t’ha sì subitamente occupato? Tu ora inanzi eri così con noi dimestico, e parlando ne dimandavi e rispondevi cianciando, e ora malinconico non ci riguardi, nè ci vuoi parlare: certo tu ci fai sanza fine maravigliare -. A niuna cosa rispondea Florio, anzi a suo potere, col viso in altra parte voltato, si scostava da loro, le quali quanto più Florio da loro si scostava,