Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/297

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gambe gli fossero fallite, nè di quel luogo potesse partire. Dove stando in picciolo spazio gli pareva vedersi dintorno Florio con molti altri armati, e con grandissimo romore gridare: Muoia il traditore! -, dirizzando verso lui gli aguti ferri sanza alcuna pietà ingegnandosi di ferirlo. A’ quali elli dicea: O giovani, se niuna pietà è in voi rimasa piacciavi che Fileno possa fuggendo la vita campare. Voi sapete che per amore io non meritai morte -. Non erano le sue parole udite, ma più aspramente e con maggiore romore gli parea ognora essere assalito, e parevagli essere in tante parti del corpo forato che potere campare non gli parea. Ma quelli ancora di ciò non contenti uscendo uno di loro gli parea che la testa gli volesse levare dal busto e presentarla a Florio. Allora sì gran dolore e paura gli strinse il cuore, che per forza convenne che il sonno si rompesse, e quasi tutto spaventato si rizzò in piè, rimirando dov’egli era, e con le mani cercando de’ colpi che gli parea avere ricevuti; e rimirando il suo letto, il quale imaginava dovere essere tutto tinto del suo sangue, e quello vide bagnato di vere lagrime. Ma poi ch’egli si vide essere stato ingannato dal sonno partita la paura, pieno di maraviglia rimase, non sappiendo che ciò si volesse dire, e dubitando forte si mise a cercare del caro amico che nel sonno avea veduto. Il quale trovato, a lui brievemente ciò che dormendo avea veduto, gli narrò; di che l’amico maravigliandosi così gli disse:

- Caro amico e compagno, ora non dubito io che gl’iddii con molta sollecitudine intendano a’ beni della umana gente. Certo tu mi fai sanza fine maravigliare di ciò che tu mi racconti, però che