Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/159

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quella cosa che tu più ami, che domani tu torni a mangiare meco -. A cui Filocolo rispose: Sire, per l’amore di voi, e per quello di colei da cui parte scongiurato m’avete, io non posso niuna cosa che in piacere vi sia, disdire; il comandamento vostro sarà fornito: rimanete adunque con la grazia degl’iddii -. - Gli iddii ad ogni tuo disio sempre siano favorevoli - rispose Sadoc. E Filocolo, salito a cavallo e da Sadoc partitosi, alla città in parte contento se ne tornò.

Come egli alla città fu pervenuto, e smontato all’ostiere di Dario, l’ora essendo già tarda, trovò Dario e Ascalion e gli altri tutti attenderlo, i quali, come il videro, lieti gli si fecero avanti, dicendo: Assai ci hai oggi fatto avere di te pensiero; dove se’ tu tanto dimorato? -. - Nelle mani della fortuna - rispose Filocolo, - la quale non così nimica m’è com’io reputava, ma forse de’ miei danni pietosa, mi comincia a mostrare lieto viso ne’ nostri avvisi, e sì fatto principio in quello che divisammo ho avuto, che appena ch’io ne possa altro sperare che grazioso fine -. E chiamati Dario e Bellisano e Ascalion in una camera, ciò che avvenuto gli era loro narrò. Lodano costoro gl’iddii, e a Dario piace tale cominciamento e consigliali l’andare a mangiare con lui e l’essergli cortese, dicendogli che d’oro e d’avere non dubitasse, che, poi che ’l suo donato avesse, quanto egli n’avea in suo servigio ponesse sicuramente, ricordandogli che con discrezione proceda, ad ogni uomo celando il suo segreto, fuori che al castellano, quando luogo e tempo gli parrà. Ringrazialo Filocolo: prendono il cibo e vannosi a posare. Ma gli altri dormono e Filocolo ferma nella mente con molti ragionamenti