Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/29

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LIBRO QUARTO 25

luogo onde lo smeriglione levare vidi, volando seguiva: e di non molto lontano alla nostra Marmorina surse il padre d’Elena, e quivi venne, e d’una costa d’una di queste montagne vicine venne uno avoltoio e con gli altri nel bel prato si pose. E mentre che io della adunazione di questi uccelli in me medesimo mi maravigliava, e io guardai e vidi di questa piaggia molti e diversi altri levarsi, e con gli sopradetti giugnersi: e’ mi parea, se bene estimai, un nibbio e un falcone e un gufo vedere agli altri precedere, e, a loro dietro, una delle figliuole di Piero conobbi, e una ghiandaia che pigolando forte volava; e, dopo loro, quelli da cui Apollo è accompagnato, e il mirifico tiratore de’ carri di Giunone, e una calandra, e un picchio e poi un grande aghirone con la misera Filomena e con Tireo, a’ quali dietro volava un indiano pappagallo e un frisone, e con gli altri accolti, fatto di loro un cerchio dintorno alla fagiana, da’ piè di Niso sopr’essa. Io maravigliandomi incominciai ad attendere che questi volessero fare. E come ciò rimirava, tutti incominciarono a dare gravissimi assalti alla fagiana, e alcuni allo smerlo, gridando e stridendo, quale tirandosi adietro e quale mettendosi avanti; e chi penne e chi la viva carne di quella ne portava; ma lo smeriglione gridando, sanza ghermirla punto, quanto potea da tutti la difendea; e in questa battaglia per lungo spazio dimorò, e quasi io più volte fui mosso per andare ad aiutarlo, poi ritenendomi fra me dicea: "Veggiamo la fine di costui, se egli avrà tanto vigore che da tutti la difenda". E così attendendo, delle montagne vicine a Pompeana vidi un gran mastino levarsi e correre in questo luogo, e tra tutti