Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/346

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tanti giorni veduta avea. E cavalcando così costoro verso Filocolo, e Filocolo verso loro, non molto lontani a Roma, dalla lungi si videro i cari parenti, per la qual cosa Ilario, a tutti entrato inanzi, come vide Filocolo, smontò del cavallo, e Filocolo, vedendolo dismontato, similemente discese, e Mennilio e Quintilio già discesi s’appressarono ad Ilario. A’ quali Ilario disse: Nobili giovani, ecco qui il figliuolo di Felice re di Spagna, e sposo della vostra nipote: onoratelo e pacificamente il ricevete come avete promesso, e come dovete -. E a Filocolo disse: Altissimo prencipe, ecco qui i zii della tua sposa: come degni li conosci, così li onora -. E posta la destra di Filocolo nelle destre di Quintilio e di Mennilio, tacque, e le trombe e gli altri strumenti infiniti riempierono l’aere di lieto suono. Essi allora s’abbracciarono e baciaronsi in bocca, e fecersi maravigliosa festa, ben che alquanto Mennilio e Quintilio stupefatti fossero, ricordandosi che poco avanti loro oste era stato, e non l’aveano conosciuto. E non essendo ancora a cavallo rimontati, Biancifiore sopravenne, la quale veggendo il suo signore a piè, dismontò di presente, e Ilario, presala per la mano, e di braccio a Glorizia recato in braccio a sé il piccolo Lelio, nel cospetto di coloro la menò ove Clelia e Tiberina con l’altre donne già giunte e dismontate onoravano Filocolo, e disse: Signori e donne, ecco qui Biancifiore vostra nipote e ’l piccolo Lelio suo figliuolo -. A questa voce furono mille grazie rendute a Dio, e Mennilio e Quintilio con tenero amore abbracciarono la loro nipote, sopra tutte le cose del mondo maravigliandosi della sua bellezza. E Clelia, che mai vedere non la credea, l’abbracciò mille