Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/44

Da Wikisource.

che a cui è tolto. Ben conosciamo che alla presente questione molto contro alla nostra diffinizione si potrebbe opporre e alle opposte ragioni rispondere; ma ultimamente tale determinazione rimarrà vera. Ma però che il tempo non è da porre in una cosa sola, sanza più sopra questa parlare, gli altri ascolteremo, se vi piace -. A cui Filocolo disse che assai gli piacea, e che bene bastava tale soluzione alla sua domanda; e qui si tacque.

Sedea appresso Filocolo un giovane cortese e grazioso nello aspetto, il cui nome era Longanio, il quale, sì tosto come Filocolo tacque, così cominciò a dire: Eccellentissima reina, tanto è stata bella la prima questione, che la mia appena piacerà, ma non per tanto, per non essere fuori di sì nobile compagnia cacciato, io dirò la mia -. E così parlando seguì: E’ non sono molti giorni passati, che io soletto in una camera dimorando, involto negli affannosi pensieri porti dagli amorosi disii, i quali con aspra battaglia il cuore assalito m’aveano, sentii un pietoso pianto, al quale, perché vicino a me la stimativa il giudicava, porsi intentivamente gli orecchi e conobbi che donne erano. Laond’io, per vedere chi fossero e dove, subito mi levai, e, rimirando per una finestra, vidi a fronte alla mia camera in un’altra dimorare due donne sanza più, le quali erano carnali sorelle, di bellezza inestimabile ornate, le quali vidi che questo pianto solette facevano. Onde io in segreta parte dimorando, sanza essere da loro veduto, lungamente le riguardai; né però potei comprendere