Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/61

Da Wikisource.

legni verdi piantoni e fruttiferi divennero tutti. La qual cosa fatta, Tebano rientrò nella terra tornando a Tarolfo, il quale quasi pauroso d’essere stato da lui beffato per la lunga dimoranza dimorava, e trovollo tutto pensoso. A cui egli disse: "Tarolfo, fatto è quello che hai dimandato, e è al piacere tuo". Assai piacque questo a Tarolfo, e dovendo essere il seguente giorno nella città una grandissima solennità, egli se n’andò davanti alla sua donna, la quale già era gran tempo che veduta non l’avea, e così le disse: "Madonna, dopo lunga fatica io ho fornito quello che voi comandaste: quando vi piacerà di vederlo e di prenderlo, egli è al vostro piacere". La donna, vedendo costui, si maravigliò molto, e più udendo ciò che egli diceva; e non credendolo, rispose: "Assai mi piace, faretecelo vedere domane". Venuto il seguente giorno, Tarolfo andò alla donna, e disse: "Madonna, piacciavi di passare nel giardino, il quale voi mi dimandaste nel freddo mese". Mossesi adunque la donna da molti accompagnata, e pervenuti al giardino, v’entrarono dentro per una bella porta, e in quello non freddo come di fuori, ma uno aere temperato e dolce si sentiva. Andò la donna per tutto rimirando e cogliendo erbe e fiori, de’ quali molto il vide copioso: e tanto più ancora avea operato la virtù degli sparti liquori, che i frutti, i quali l’agosto suole producere, quivi nel salvatico tempo tutti i loro alberi facevano belli: de’ quali più persone, andate con la donna, mangiarono. Questo parve alla donna bellissima cosa e mirabile, né mai un sì bello ne le pareva avere veduto. E poi che essa in molte maniere conobbe quello essere vero giardino, e ’l cavaliere avere adempiuto ciò che ella avea domandato, ella si voltò a