Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/66

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per lo giuramento fatto dalla donna, che osservare si convenia: e chi dona ciò che non può negare ben fa, in quanto se ne fa liberale, ma poco dà. E però, sì com’io dissi, ciascuno degli altri più fu cortese, però che, come io già dissi, Tarolfo avea già lungo tempo la donna disiderata e amata sopra tutte le cose, e per questa avere avea lungamente tribolato, e mettendosi per satisfazione della dimanda di lei a cercare cose quasi impossibili ad avere, le quali pure avute lei meritò di tenere per la promessa fede: la quale, sì come noi dicemmo, tenendo, non è dubbio che nelle sue mani l’onore del marito, e il rimetterle ciò che promesso gli avea, stava. La qual cosa egli fece: dunque dell’onore del marito, del saramento di lei, del suo lungo disio fu liberale. Gran cosa è l’avere una lunga sete sostenuta, e poi pervenire alla fontana e non bere per lasciare bere altrui. Il terzo ancora fu molto liberale, però che, pensando che la povertà sia una delle moleste cose del mondo a sostenere, con ciò sia cosa ch’ella sia cacciatrice d’allegrezza e di riposo, fugatrice d’onori, occupatrice di virtù, adducitrice d’amare sollecitudini, ciascuno naturalmente quella s’ingegna di fuggire con ardente disio. Il quale disio in molti per vivere splendidamente in riposo s’accende tanto, che essi a disonesti guadagni e a sconce imprese si mettono, forse non sappiendo o non potendo in altra maniera il lor disio adempiere: per la qual cosa tal volta meritano morire, o avere delle loro terre etterno essilio. Dunque, quanto deono elle piacere e essere care a chi in modo debito le guadagna e possiede! E chi dubiterà che Tebano fosse poverissimo se si riguarda ch’egli, abandonati i notturni riposi, per sostentare la