Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/56

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36 COMENTO DEL BOCCACCI

qui l’autore, che la paura, che egli avea di questo animale, il ripignea là dove il sole non luce, cioè in quella oscurità la quale egli desiderava di fuggire.

Mentre ch’ io ruinava in basso loco.

Qui si comincia la seconda parte di questo canto, nella quale l’autore dimostra il soccorso venutogli,1 per aiutarlo uscir fuori di quella valle; e fa in questa parte sei cose. Egli primieramente chiede misericordia a Virgilio, quivi apparitogli, quantunque nol conoscesse. Appresso, senza nominarsi, per più segni dimostra Virgilio allo autore chi egli è: poi l’autore estollendo con più titoli Virgilio, s’ingegna di accattare la benivolenza sua, e mostrali di quello che egli teme. Oltre a ciò Virgilio gli dichiara la natura di quella lupa, e il disfacimento di lei, consigliandolo della via la quale dee tenere. Appresso, 1’autore prega Virgilio che gli mostri quello che detto gli ha. Ultimamente, movendosi Virgilio, l’autore il segue. E segue la seconda quivi: Ed egli a me. La terza quivi: Or se’ tu quel Virgilio. La quarta quivi: A te convien. La quinta quivi: Ed io a lui: poeta. La sesta quivi: Allor si mosse. Dice adunque nella prima, Mentre ch’io ruinava, cioè tornava, in basso loco, cioè nella valle della quale era cominciato a partire,

Dinanzi agli occhi mi si fu offerto
Chi per lungo silenzio parea fioco.

Il che avviene, o perchè da alcuna secchezza intrin-

  1. Questo per manca.