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184 COMENTO DEL BOCCACCI

dubbio alcuno, che dove avendola lasciata, e preso altro cammino, e per quello i vizii ne trasviano all’inferno, che noi dopo riposata vita mortale non fossimo similmente saliti all’eterna. Ma poichè tra tanta semplicità, tra tanta innocenza nella vita piena di tranquillità, essendone operatore il nemico dell’umana generazione, furon questi due pronomi, mio e tuo seminati, tanto il santo ordine si turbò, che grandissima parte di quelli, i quali a dovere riempiere in paradiso le sedie degli angioli ribelli creati furono e sono, rovinano ad accrescere il lor numero in inferno. Entrato adunque co’ due pronomi il veleno pestifero, del voler ciascuno più che per bisogno non gli era, nelle menti degli uomini, si cominciarono i campi a partire con le fosse, a raccogliere nelle proprie chiusure le greggi e gli armenti, a separare le abitazioni, e a prezzolar le fatiche; e cacciata la pace e la tranquillità dell’animo, entrarono in lor luogo le sollecitudini, gli affanni superflui, le servitudini, le maggioranze, le violenze e le guerre: e quantunque con onesta povertà alcuni vincessero, e scalpitassero un tempo l’ardente desiderio d’avere oltre al natural bisogno, non potè però lungamente la virtù di pochi adoperare, che il vizio di molti non l’avanzasse: e non bastando all’insaziabile appetito le cose poste dinanzi agli occhi nostri e nelle nostre mani dalla natura, trovò l’ingegno umano nuove ed esquisite vie a recare in pubblico i nascosi pericoli; e pertugiati i monti, e viscerata la terra, del ventre suo l’oro l’argento e gli altri metalli recarono suso in alto: e similmente pescando, delle profondità