Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/211

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SOPRA DANTE 207

trattino, ne mostra l’autor nell’altra non esser meglio dalla giustizia trattati, mostrandone loro essere nella palude di Stige, torbida di fetido fango e orribile, per lo suo fervore e per lo fummo continuo, il quale da essa continuamente esala, tuffati e pieni d’abominevole fastidio; e in quella non solamente con le mani lacerarsi, ma ancora con la testa e con ciascuno altro membro fieramente percuotersi, e co’ denti mordersi, e troncarsi le persone e stracciarsi tutti. Sotto la corteccia delle quali parole, mescolando il moral senso, spettante a noi che vivi siamo, con lo spirituale, il quale a’ dannati appartiene, si può vedere il dannoso costume degli iracundi in questa vita, e la gravosa pena de’ dannati nell’altra. Il percuotersi con la testa, col petto e co’ piedi, niuna altra cosa è, che un disegnare gl’impeti furiosi degli iracundi, quando dal focoso accendimento dell’ira sono incitati. Possiamo nondimeno intendere per la testa dell’iracondo, i pensieri, gl’intendimenti, le deliberazioni dell’iracundo, tutti posti e dirizzati dietro al desiderio della vendetta: e questo perciocchè nella testa consistono tutte le virtù sensitive interiori, e ancora le intellettive, dalle quali sono formate le predette cose. E perciocchè nel petto consistono le virtù vitali e le nutritive, dobbiam sentire co’ petti offendersi gl’iracundi, non l’un l’altro, ma sè medesimi; in quanto quando molto si pon l’animo all’effetto d’alcun desiderio, non si prende da colui che così è occupato nè la quantità del cibo usata, nè ancora con l’ordine consueto, perchè conviene che la virtù nutritiva sia intorno al suo ufi-