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SOPRA DANTE | 49 |
la volontà. Cotali uscir, questi due, della schiera, ov’è Dido, la qual di sopra disse, che andavano per quello aere a guisa che volano i gru,
A noi venendo per l’aer maligno,
quanto è a loro che quivi tormentati erano; Sì forte, cioè sì potente, fu l’affettuoso grido, cioè prego: non si dee credere che l’autor gridasse: e venuti disson così,
O animal grazïoso, e benigno,
chiamanlo perciò grazioso e benigno, perchè benignamente pregò: il che laggiù non suole avvenire, anzi vi si usa per li ministri della divina giustizia rigidamente comandare:
Che visitando vai per l’aer perso, (cioè oscuro)
Noi, che tignemmo ’l mondo di sanguigno,
quando uccisi fummo; perciocchè versandosi il lor sangue, dovunque toccò tinse di color sanguigno. Se fosse amico, di noi, come egli è nemico, il re dell’universo, cioè Iddio,
Noi pregheremmo lui della tua pace,
cioè che pace ti concedesse,
Poic’hai pietà del nostro mal perverso,
non al nostro tormento:
Di’ quel ch’udire, e che parlar ti piace:
Noi udiremo, e parleremo a vui,
rispondendo a quelle cose delle quali domanderai, Mentre, che ’l vento, cioè quella bufera, come fa, al presente, si tace, cioè non c’infesta. Siede la terra. Qui comincia costei a manifestare sè medesima, senza esser domandata; ciò fa per mostrarsi più pronta a’ suoi piaceri. Ma prima che più avanti si
com. di dante T. II. | 4 |