Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/119

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SOPRA DANTE 111

del sangue che non sì convenisse, quel cotale senza alcuna misericordia saettano, e constringono a dovere rientrare sotto il sangue: della qual pena è in parte assai agevole a vedere la cagione; perciocchè e’ par convenevole, che in quello in che l’uomo s’è dilettato in quello perisca: questi furono sempre, siccome per le loro operazioni appare, vaghi di sangue umano; e perciocchè essi quello ingiustamente versarono, vuole la divina giustizia che in esso tuffati piangano; e perciocchè essi furono a questa malvagia operazion ferventissimi, vuol similmente la giustizia, che per maggior fervore, cioè per lo bollir del sangue, sia in eterno punito il loro; e oltre a ciò, perciocchè queste violenze far non si possono senza la forza di certi ministri, siccome sono masnadieri e soldati, e i seguaci de’ potenti uomini, gli fa la giustizia saettare a questi cotali, stati nella presente vita loro ministri ed esecutori de’ loro scellerati comandamenti, i quali l’autore intende per li Centauri: de’ quali, perocchè nella esposizion letterale alcuna cosa non se ne disse, è qui da vedere un poco più distesamente. E dunque da sapere, che in Tessaglia fu già un grande uomo chiamato Issione, figliuolo di Flegias, del quale dì sopra si disse; e costui secondo le poetiche favole, fu di grazia da Giove ricevuto in cielo, e quivi fu fatto da lui segretario, di lui e di Giunone; laonde egli insuperbito, per l’oficio il quale era grande, ebbe ardire di richieder Giunone di giacer con esso lui; la quale dolutasi di ciò a Giove, per comandamento di lui adornò in forma e similitudine di sè una nuvola, e quella in luogo di