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152 COMENTO DEL BOCCACCI

romore i cittadini, e Attila sentendolo, mandata fuori del Capitolio certa quantità di sua gente armata, comandò loro che ad alcuno grande nè piccolo, maschio nè femmina perdonassero; e così, quantunque molti chi qua e chi là ne fuggissono, fu il rimanente de’ Fiorentini crudelmente ucciso, e tra gli altri ii vescovo di Firenze chiamato Maurizio, uomo di santissima vita: e fatta questa uccisione, comandò che la città fosse tutta disfatta e arsa, e così fu ogni cosa convertita in cenere e in favilla: e secondo dice lo scrittore di questa istoria, questo fu fatto il dì 18 di Giugno, l’anno di Cristo 450, e poi che ella era stata edificala 700 anni. Poi più volte tentarono i discendenti de’ cittadini fuggiti di doverla reedificare; ed essendo le lor forze piccole, sempre furono impediti da’ Fiesolani e da certi nobili uomini d’attorno, i quali estimavano la reedifìcazione di quella doversi in lor danno convertire, siccome poi avvenne: ma pure perseverando essi antichi cittadini in questo volere, essendo imperador Carlo Magno, mandarono chi supplicasse in lor nome, e all’imperadore e al popolo di Roma, che con la lor forza la città antica si potesse rifare: ottennero la dimanda loro; e oltre a ciò scrive Giovanni Villani, che i Romani mandarono molti nobili della loro città a doverla riabltare; e così con la forza dell’imperadore e de Romani, e ancora de’ discendenti degli antichi cittadini, che tutti a ciò concorsero, fu sopra il cenere, cioè sopra l’arsioni rimase d’Attila reedificata Firenze, e abitata l’anno di Cristo 802 all’entrata del mese d’Aprile. Ultimamente questo spirito aven-