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66 COMENTO DEL BOCCACCI

ne tornasse fuori della prigione, la qual cosa Teseo fece: e giunto al Minotauro, il quale con la gola aperta gli si fece incontro, gli gittò in gola una palla di certa composizione viscosa, la quale mentre il Minotauro attendeva a divorare, Teseo datogli d’un bastone sopra la testa e uccisolo, secondo l’ammaestramento datogli da Adriana, dietro allo spago che portato avea tornandosene, e così uscito del laberinto, con Adriana e con Fedra sua sorella, occultamente partitosi di Creti, se ne tornò ad Atene: e così predetta questa favola, più lievemente comprender si può il testo che segue, il qual dice, E quando, quel Minotauro, vide noi, che venivamo, sè stesso morse, Siccome quei, si morde, cui l’ira dentro fiacca, cioè rompe e divide dalla ragione, dalla quale lasciato in sè medesimo bestialmente incrudelisce: ed è qui per questo bestiale animale primieramente da comprendere, qual sia la qualità de’ peccatori che nel cerchio dove discendono si punisca; la quale assai manifestamente si può comprendere essere bestiale, poichè per l’animal preposto al luogo convenientemente, sì per la generazione e sì per gli atti, la bestialità si descrive. Appresso è da comprendere, quello nella entrata di questo cerchio settimo opporsi all’autore, che negli altri cerchi superiori è dimostrato continuamente opporsi, cioè alcun demonio, il quale o con atti o con parole si sforzi di spaventar l’autore, e di ritrarlo per paura dal suo buon proponimento; dal qual senza dubbio più volte sarebbe stato rimosso, se i buon conforti e l’aiuto della ragione non l’avesse, nella persona di Virgilio,