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LIBRO DECIMO | 369 |
104
Deh che farò allora che vedere
Più non potrotti, donna valorosa?
Seconda morte i’ non potrò avere,
Benchè la cheggia per men dolorosa:
Nè so ancora che luogo mi tenere
Debba di la nella vita dubbiosa:
Ma se con Giove senza te mi stessi,
Non credo che giammai gioia sentessi.
105
Dunque angoscioso dovunque n’andraggio
Sempre sarò senza te luce chiara:
Nè mi sarà il secondo viaggio
A qui tornar concesso, o donna cara,
Come Peleo che fu mio signor maggio
Già mel concesse, allora che amara
Vita traeva in Egina, lontano
Del suo voler, bella donna, sovrano.
106
Lagrime sempre ed amari sospiri
Omai attende l’anima dolente
Per giunta, lasso, alli nuovi martíri
Ch’io avrò forse in fra la morta gente;
Gli qua’ tanti non fien, che i miei disiri
Di te veder faccian cessar nïente:
Ma sempre te nell’eterna fornace
Per donna chiamerò della mia pace.
bocc. la teseide | 24 |