Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/191

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lettera 21

rozzi nutricamenti sono in gloriosa fama venuti, che quelli che nelle morbidezze sono stati allevati; infra i quali per certo, se gran forza di naturale disposizione non gli ha sospinti, mai altro che cattivi, pigri superbi e stizzosi non si troveranno essere stati. E chi ciò non crede, riguardi alli re assirii, alli re egiziaci, tra le delicatezze e gli odori arabici effeminati, e loro a petto si ponga Davidde, il quale nella pastura degli armenti la sua puerizia esercitò; e Mitridate, il quale nella sua giovanezza non altrove che ne’ boschi e tra le fiere abitò. Quelli viziosamente vivendo, e in sè stessi rivolgendo le guerre, come allevati erano così effeminatamente morirono; di questi altri, l’uno vincendo le genti vicine si levò in maravigliosa grandezza e ampliò il suo regno, l’altro di ventidue nazioni divenuto signore, oltre a quarant’anni con gravissima guerra faticò i Romani. Di questi esempli è pieno il mondo, e però più porne sarebbe soverchio.

Vivete adunque, e, concedendolo Iddio, con meno grassa fortuna in maggior fortezza trarrete la vostra famiglia. Ora non so io se voi siete nel numero di coloro, che si dolgono più nella vecchiezza alcuna traversia avvenir loro che se nella giovanezza avvenisse; ma perchè già intra il limitare di quella vi veggo entrato, possibile è che quella, siccome male aggiungente all’esilio, o l’esilio a quella, reputiate più grave; il che se così fosse, povero consiglio sarebbe. Chi non sa che la lunghezza e la certezza del tempo allunga o raccorcia la noia? Niuna tribulazione può nella vecchiezza esser lunga, con ciò sia cosa che la