Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/84

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78 ninfale fiesolano

XII.

Ognuna quivi l’animo assottiglia,
     Con gli archi loro egual dardo lanciava:
     Mensola tosto il suo arco in man piglia,
     E più presso che l’altre al segno dava;
     E Affrico di ciò si maraviglia,
     E tosto l’arco suo in man recava,
     A lato al dardo di Mensola ha messo

     La freccia sì, ch’amendue fur più presso.

XIII.

E come Amor sa ben far quando e’ vuole
     Far l’un dell’altro tosto innamorare,
     Quel giorno usò gl’ingegni che far suole
     Quando le cose ad effetto menare
     Ei vuole, e non menarle per parole;
     Così quel giorno seppe sì ben fare,
     Che di Mensola e d’Affrico lo strale

     Sempre mai era più presso al segnale.

XIV.

Per la qual cosa Mensola veggendo
     Che sempre di lor due era l’onore,
     Ognora più le veniva piacendo,
     E già gli aveva posto molto amore;
     Affrico sempre gli occhi a lei tenendo,
     Piacevolmente le dava favore,
     E acconsentiva ciò ch’ella diceva,
     Ed essa a lui il simile faceva.