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RAGGUAGLIO XCIV

Monsignor Paolo Giovio ad Apollo presenta le sue elegantissime Istorie ; le quali a Sua Maestá e al spettabile senato virtuoso avendo data intiera soddisfazione, non ostante alcune opposizioni fatteli, con applauso grande è ammesso in Parnaso.

Monsignor Paolo Giovio da Como, vescovo di Nocera, nobilissimo e famosissimo istorico, dopo con gran desiderio esser stalo aspettato dai letterati tutti di questa corte, pochi giorni sono comparve a’ confini di Parnaso; dove subito da numero infinito di virtuosi poeti e da’ maggiori personaggi istorici fu visitato e di vari dottissimi rinfrescamenti regalato. Oltre che tutti que’ soggetti insigni nelle armi e nelle lettere, de’ quali negli Elogi e negli altri suoi scritti egli aveva fatta onorata menzione, dopo aver complito con lui, con una numerosa e nobilissima comitiva l’accompagnarono al palazzo reale, dove si era radunato il senato virtuoso. Presentò il Giovio ad Apollo tutte le onorate fatiche de’ suoi scritti, le quali con giocondissima faccia furono ricevute da Sua Maestá, che le consegnò poi agli eccellentissimi signori censori bibliotecari. Questi il giorno vegnente per i cantoni tutti de’ piú principali fòri di Parnaso fecero afllígere editti, ne’ quali alla notizia di ognuno si deduceva che, dovendosi consecrar all’immortalitá le Istorie e gli altri scritti del reverendissimo monsignor Paolo Giovio, si prefigevano cinque giorni per lo primo, cinque per lo secondo e altri cinque per l’ultimo perentorio termine a tutti quei che cosa alcuna avessero da oppor loro. Il giorno dunque determinato, i letterati tutti si congregarono nella sala del gran Conseglio, dove avanti Apollo comparve il Giovio. Allora gli eccellentissimi signori censori bibliotecari onoratissima relazione fecero degli scritti di quel famoso prelato, e sopramodo lodarono la puritá della lingua latina, la grandezza dello stile, l’ordine chiaro, la varietá d’infinite cose ch’egli trattava in esse, la diligenza esquisita usata nella tessitura di quelle sue eterne