[St. 39-42] |
libro i. canto ix |
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La cagione era di questo rumore
Non odio antiquo o zelosia di stato,
Nè lo confin di regno, o disonore,
Nè lo esser per vittoria reputato;
Ma l’arme li avea posto in mano Amore,
Perchè Agricane al tutto è destinato1
Angelica per moglie di ottenire:
Essa ha proposto più presto morire.2
Ed ha mandato in ogni regïone,
Presso e lontano, e per ogni paese;
O sia re grande, o sia picciol barone,
Invita ciascaduno a sue diffese;
E già molte migliaia di persone,
Per aiutar la dama, han le armi prese;
Ma prima assai de gli altri Sacripante,
Che lungamente li era stato amante.
Egli era innamorato oltra a misura
Della donzella, e lei lui poco amava;3
Ma questa è più d’amor la gran sciagura,
Che il non essere amato non disgrava.
Or, per non far più lunga la scrittura,
Re Sacripante sua gente adunava,
E già se stava nel campo attendato,
Quando li venne Astolfo apresentato.
Perchè aveva quel re fatto ordinare
Per ogni passo e per ogni sentiero
Dove persone potea capitare,4
Che ciascun, paesano o forastiero,
Avanti a lui se debba appresentare;
E se de lui li faceva mestiero,
Con bono accordio seco il retenia;
Non se accordando, andava alla sua via.
- ↑ T., Ml. e Mr. Agricano.
- ↑ Mr. a morire.
- ↑ P. donzella; ella.
- ↑ T. e Ml. potea.