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orlando innamorato |
[St. 59-62] |
Con alta voce crida il Saracino:
Di qualunche di voi la dama sia,
A me la lascia, e vada al suo cammino,
O che si prova alla persona mia.
Tu non sei cavallier, ma sì assassino,
Il franco Brandimarte li dicia
Chè tu sei su il destriero, io sono a piedi,
Ed a robarme a battaglia mi chiedi.1
E poi a(d) Astolfo se ebbe ingenocchiare,
E li dimanda con ogni preghere2
Che il suo destrier li piaccia di prestare.
Ridendo Astolfo con piacevol ciere
Disse: Il mio per nïente non vo’ dare,
Ma il suo ti donerò ben voluntiere;
E guadagnar lo voglio per tuo amore:
Tuo fia il cavallo, e mio serà l’onore.
A Sacripante poi disse: Barone,
Prima che acquisti questa damigiella,
Convienti fare un’altra questïone;
E se io ti gietto fora de la sella,3
Io te farò partir senza ronzone;
Se tu me abbatti, serò pure a quella,
E tu te pigliarai questo destriero;
Poi della dama a te lascio il pensiero.
O Dio Macon, diceva Sacripante,
Quanto aiutarme tua mente procura!
Per l’arme venni e per quello afferante,
E trovai questa bella creatura!
Ed ora mi guadagno in uno instante
La dama col destriero e l’armatura!
Così dicendo da Astolfo si scosta,
E, vòlto, disse a lui: Vieni a tua posta.
- ↑ T. a robarme o a; Ml. e Mr. a rob. o a; P. per robar mia.
- ↑ Ml. e Mr. preghiere.
- ↑ T. fore; Ml. fuor.