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192 orlando innamorato [St. 23-26]

        Eran qui dentro cavallier tre millia,
     Dentro alla rocca avea mille pedoni.
     La dama con Astolfo se consiglia,
     E con li principal de’ soi baroni;
     Ed alla fine il partito se piglia
     De diffender le mure e’ torrïoni.
     La terra è di fortezza sì mirabile,
     Che per battaglia al tutto è inexpugnabile.

        Delibrâr che la terra se guardasse,
     Che per ben quindeci anni era fornita.1
     Diceva a loro Astolfo: Se io pensasse
     Perdere un giorno qui della mia vita,
     Che quei re ad uno ad un non assaggiasse,
     Voria che l’alma mia fosse finita;
     Ed allo inferno me voglio donare,
     Se questo giorno non li faccio armare.

        E così detto le sue arme prende,
     Sopra Baiardo al campo se abandona;
     Dice cose mirabile e stupende,
     Da far meravigliare ogni persona.
     Forsi ch’io vi farò sficar le tende,2
     Soletto come io son! così ragiona.
     Nïun non camparà, questo è certano:
     Tutti vi voglio occider di mia mano.

        Vintidue centenara di migliara
     De cavallier avia quel re nel campo;
     Turpino è quel che questa cosa nara.3
     Astolfo non li estima, e gietta vampo.
     Dice il proverbio: Guastando se impara:
     Cadde quel giorno Astolfo a tale inciampo,
     Che alquanto se mutò de opinïone,
     Governandosi poi con più ragione.

  1. P. ben per.
  2. Ml. Forci; T. Porci.
  3. T. narra; P. Cosa non mai udita o si è pur rara.