Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/242

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232 orlando innamorato [St. 71-74]

         Tanto ti spiacque ch’io te volsi amare,
     Crudel, che per fuggirme hai morte presa?
     Sasselo Idio ch’io non puote’ lasciare,
     Benchè io provassi, di amarte l’impresa.
     Me nel bosco dovevi abandonare,
     Se de amarme cotanto al cor ti pesa;
     Chi te sforzava de quel proferire
     Che poi con meco al fin te fa morire?

         Io non volevo alcun tuo dispiacere,
     Nè lo volsi giamai, nè il voglio adesso;
     Che tu me amassi cercai di ottenere,
     Nè altro da te mai chiesi per espresso.
     E se altrimenti ti desti a vedere,
     Di scoprirne la prova sei apresso,
     Perch’io te asolvo da ogni giuramento,
     E stare e andar ne puoi a tuo talento.

         Tisbina, che il baron cortese odìa,
     Di lui fatta pietosa, prese a dire:
     Da te son vinta in tanta cortesia,1
     Che per te solo io non voria morire.2
     Volse Fortuna che altrimenti sia,
     Nè posso farti un lungo proferire,
     Però che il viver mio debbe esser poco;
     Ma in questo tempo andria per te nel foco.

         Prasildo di gran doglia sì se accese,
     Avendo già sua morte destinata,
     Che le dolci parole non intese,
     E con mente stordita e adolorata
     Un bacio solamente da lei prese,
     Poi l’ebbe a suo piacer licenzïata.
     E lui se levò ancor dal suo cospetto:3
     Piangendo forte se pose su il letto.

  1. T., Ml. e Mr. venia.
  2. T. io vorebbi; Mr. io voria; P. io patirei.
  3. P. Egli levossi.