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318 | orlando innamorato | [St. 63-66] |
Era quel messagiero vecchio antico,
E seco avea da vinti omini armati.
Gionto a Marfisa, disse: Il tuo nemico
Ce ha tutti al campo rotti e dissipati.
Morto è Archiloro, e non vi valse un fico
Il suo martello e i colpi smisurati;
E fo Agricane che occise il gigante:
Tutta la gente a lui fuggie davante.
Re Galafrone a te se racomanda,
Et in te sola ha posta sua speranza,
L’ultimo aiuto a te sola dimanda.
Fa che il tuo ardire e la tua gran possanza
In questo giorno per nome si spanda;
E il re Agricane, che ha tanta arroganza
Che crede contrastare a tutto il mondo,
Sia per te preso, o morto, o messo al fondo.
Disse Marfisa: Un poco ivi rimane,
Ch’io vengo al campo senza far dimora;
Ora che questi tre mi sono in mane,
Darotegli prigioni in poco de ora;
Poi prenderaggio presto il re Agricane,
Che bene aggia Macone e chi lo adora!
Vivo lo prenderò, non dubitare,
Et alla rocca lo farò filare.
E più non disse la persona altiera,
Ma verso il cavallier se ebbe a voltare;
E poi con voce minacciante e fiera
Tutti tre insieme li ebbe a disfidare.
Fo la battaglia sopra alla rivera
Terribile e crudele a riguardare,
Chè ciascun oltra modo era possente,
Come odirete nel canto seguente.1
- ↑ Ml. e Mr. sequente.