Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/339

Da Wikisource.
[St. 39-42] libro i. canto xviii 329

         Ma poi che il sole avea passato il monte,
     E cominciosse a fare il cel stellato,
     Prima verso il re parlava il conte:1
     Che farem, disse, che il giorno ne è andato?
     Disse Agricane con parole pronte:
     Ambo se poseremo in questo prato;
     E domatina, come il giorno pare,2
     Ritornaremo insieme a battagliare.

         Così de acordo il partito se prese.
     Lega il destrier ciascun come li piace,
     Poi sopra a l’erba verde se distese;
     Come fosse tra loro antica pace,
     L’uno a l’altro vicino era e palese.
     Orlando presso al fonte isteso giace,3
     Et Agricane al bosco più vicino
     Stassi colcato, a l’ombra de un gran pino.

         E ragionando insieme tuttavia
     Di cose degne e condecente a loro,
     Guardava il conte il celo e poi dicia:4
     Quwsto che or vediamo, è un bel lavoro,
     Che fece la divina monarchia;
     E la luna de argento, e stelle d’oro,5
     E la luce del giorno, e il sol lucente,
     Dio tutto ha fatto per la umana gente.

         Disse Agricane: Io comprendo per certo
     Che tu vôi de la fede ragionare;
     Io de nulla scïenzia sono esperto,
     Nè mai, sendo fanciul, volsi imparare,
     E roppi il capo al mastro mio per merto;
     Poi non si puotè un altro ritrovare
     Che mi mostrasse libro nè scrittura,
     Tanto ciascun avea di me paura.

  1. P. Verso del.
  2. P. appare.
  3. T. o Ml. istesso: Mr. disteso.
  4. Mr. ciel, poi; P. ciel, poscia.
  5. Ml. e Mr. e le; P. La... e le.