Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/397

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[St. 7-10] libro i. canto xxii 387

         Questo era grande e quasi era gigante,
     Con lunga barba e gran capigliatura,
     Tutto peloso dal capo alle piante:
     Non fu mai visto più sozza figura.
     Per scudo una gran scorza avia davante,
     Et una mazza ponderosa e dura;
     Non avea voce de omo nè intelletto:
     Salvatico era tutto il maladetto.

         Come la dama riscontrò nel prato,
     Presela in braccio; e, caminando forte,
     Ad una quercia che era lì da lato,
     La legò stretta con rame ritorte.1
     Poi là vicino a l’erba fu colcato,
     Mirando lei, che ognior chiedea la morte;
     Lei chiedendo morir sempre piangea,
     Ma questo om bestial non la intendea.2

         Lasciamo il dir di quella sventurata,
     Che de l’un male in l’altro era caduta;
     Ella di stroppe alla quercia è legata,
     E sol piangendo il suo dolore aiuta.
     Ora ascoltati de l’altra brigata,
     Che per cercarla al bosco era venuta:
     Orlando e Brandimarte e la donzella
     Per lor campata da fortuna fella.

         In croppa la portava il conte Orlando,
     E dolcemente la prese a pregare
     Che gli contasse, così caminando,
     Quel che promesso avea di ragionare.
     Lei, prima leggermente sospirando,
     Disse: D’ognor che senti racontare3
     De alcun vecchio marito beffa nova,
     Tientela certa, e non chieder più prova.

  1. Mr. ligò.
  2. Ml. e Mr. omo.
  3. Ml. e Mr. de ognhor.