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450 orlando innamorato [St. 15-18]

         E nel suo cor pensoso era turbato,
     Come dovesse terminar la impresa,
     Chè occider Trufaldino avea giurato,
     E il conte l’avea tolto in sua diffesa.
     Mentre lui pensa, ecco Astolfo arivato
     E la regina di valore accesa;
     Seco Prasildo et Iroldo venìa,
     Con lor Torindo, re della Turchia.

         Come fôr giunti dove era Ranaldo,
     — Su, disse Astolfo, non prendiam dimora!
     Batter si vole il ferro, mentre è caldo.
Disse il principe: Pian ben se lavora.
     Stati, cugin mio bello, un poco saldo,
     Che voi non seti ove credeti ancora;
     Perch’io ve aviso che a noi qui davante
     Vedreti armato il fier conte de Anglante.

         Marfisa a quel parlare alciò la fronte,
     Quasi ridendo, con vista sicura,
     E disse al fio d’Amon: Chi è questo conte,
     Qual non è gionto e già ti fa paura?
     Se proprio fosse quel che occise Almonte
     Con tutti e paladin, non ne do cura;
     Ma quel conte d’Angante che detto hai,
     Io non lo oditi nominar più mai. 1

         Non rispose Ranaldo al suo parlare,
     Che ad altra cosa avea maggior pensiero,
     Perchè vedea del monte giù callare
     Que’ sei baroni: Orlando era il primero,
     Che terribil parea solo a guardare,
     Aspro ne gli atti e ne l’aspetto fiero.
     Quando Marfisa a lui fece riguardo,
     Disse: Quel primo ha vista di gagliardo.

  1. Ml. lo odito; Mr. lo odite; p. l’uditti.