Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/464

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454 orlando innamorato [St. 31-34]

         Ove hai lasciata quella mente pura
     E l’animo gentil che avevi in Franza,
     Diffensor di bontade e di drittura,
     E di fraude nemico e dislianza?1
     Caro mio conte, io ho molta paura
     Che cambiato non sii per mala usanza,
     E che questa malvaggia meretrice
     T’aggia stirpato il cor de la radice.

         Voresti mai che si sapesse in corte
     Che hai la diffesa per un traditore?
     Or non te serìa meglio aver la morte,
     Che avere in fronte tanto disonore?
     Deh lascia Trufaldino, o baron forte,
     E di quella ribalda il falso amore!
     Che in veritate, a non dirti menzogna,
     Non scio de qual acquisti più vergogna.

         Orlando gli dicea: Ecco un ladrone,
     Che è divenuto bon predicatore.
     Or può ben star sicuro ogni montone,
     Da poi che il lupo si è fatto pastore.
     Tu mi conforti con bella ragione
     Abandonar de Angelica lo amore;
     Ma guardar die’ ciascun d’esser ben netto,
     Prima che altrui riprenda de diffetto.2

         Io non venni già qui per dir parole,
     A ben ch’io non mi possa adoperare,
     E sopra ogni sventura ciò mi dole;
     Ma fami al peggio ormai che tu pôi fare,3
     Chè non serà nascoso il giorno il sole,4
     Che molta pena ti farò portare
     Di quel villan parlare e discortese,
     Qual de mia dama avesti ora palese.

  1. P. e di sleanza.
  2. T. e Ml. riprehenda.
  3. P. il peggio.
  4. P. al giorno.