Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/64

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54 orlando innamorato [St. 35-38]

        Era il sole alto e il giorno molto caldo,
     Quando fu giunto alla fiorita riva
     Pien di sudore il principe Ranaldo;
     Ed invitato da quell’acqua viva,
     Del suo Baiardo dismonta di saldo,
     E de sete e de amor tutto se priva;
     Perchè, bevendo quel freddo liquore,
     Cangiosse tutto l’amoroso core.

        E seco stesso pensa la viltade
     Che sia a seguire una cosa sì vana;
     Nè aprezia tanto più quella beltade,
     Ch’egli estimava prima più che umana,
     Anzi del tutto del pensier li cade;
     Tanto è la forza de quella acqua strana!
     E tanto nel voler se tramutava,
     Che già del tutto Angelica odïava.

        Fuor della selva con la mente altiera
     Ritorna quel guerrer senza paura.
     Così pensoso, gionse a una riviera
     De un’acqua viva, cristallina e pura.
     Tutti li fior che mostra primavera,
     Avea quivi depinto la natura;1
     E faceano ombra sopra a quella riva2
     Un faggio, un pino ed una verde oliva.

        Questa era la rivera dello amore.
     Già non avea Merlin questa incantata;
     Ma per la sua natura quel liquore
     Torna la mente incesa e inamorata.
     Più cavallieri antiqui per errore
     Quella unda maledetta avean gustata;
     Non la gustò Ranaldo, come odete,
     Però che al fonte se ha tratto la sete.

  1. MI. Hav(e)ria.
  2. MI e P. accesa.