Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/193

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[St. 3-6] libro ii. canto xi 183

         E lei, che a meraviglia era superba,
     Sì come già più volte aveti inteso,
     L’avea seguito in quel gran prato de erba
     Già da sei giorni, et anco non l’ha preso;
     Onde di sdegno la donzella acerba
     Se consumava ne l’animo acceso,
     Poi che con tante beffe e tanto scorno
     Li agira il capo quel giottone intorno.

         Perchè, fuggendo e mostrando paura,
     Gli stava avanti e non si dilungava;
     Et or, voltando per quella pianura,
     Spesso alle spalle ancor se gli trovava;
     E per mostrar di lei più poca cura,
     La giuppa sopra al capo rivoltava,1
     E poi se alciava (intenditime bene)
     Mostrando il nudo sotto dalle rene.2

         Il conte Orlando, che stava da parte
     E cognosciuta avea prima Marfisa,
     Mirando l’atto, et esso e Brandimarte
     Di quel giottone insieme fier’ gran risa;
     Ma la regina per forza o per arte
     Pigliar pur vôl Brunello ad ogni guisa,
     Per far de tanti oltraggi alfin vendetta:
     E lui fuggendo sembra una saetta.

         Fuggeva, spesso il capo rivoltando,3
     E truffava di lengua e delle ciglia.
     Nel passar di traverso vidde Orlando,
     E di torli qualcosa se assotiglia.
     L’occhio gli corse incontinenti al brando,
     Che fu già fatto con tal meraviglia
     Da Falerina de Orgagna al giardino:
     Brando nel mondo mai fu tanto fino.

  1. Ml. e Mr. al. — T. e Ml. rivoltava.
  2. P. de le.
  3. Ml. e P. Fuggiva.