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362 orlando innamorato [St. 55-58]

         Or fusse questo lo ultimo dolore!
     Ma restarà la sua genologia
     Tra Cristïani, e fia de tanto onore,
     Quanto alcun’altra che oggi al mondo sia.
     Da quella fia servato ogni valore,
     Ogni bontate et ogni cortesia,
     Amore e legiadria e stato giocondo,1
     Tra quella gente fiorita nel mondo.

         Io vedo di Sansogna uno Ugo Alberto,
     Che giù discende al campo paduano,
     De arme e di senno e de ogni gloria experto,
     Largo, gentile e sopramodo umano.
     Odeti, Italïani, io ve ne acerto:
     Costui, che vien con quel stendardo in mano,
     Porta con sieco ogni vostra salute;
     Per lui fia piena Italia di virtute.2

         Vedo Azzo primo e il terzo Aldrovandino,
     Nè vi scio iudicar qual sia maggiore,
     Chè l’uno ha morto il perfido Anzolino,
     E l’altro ha rotto Enrico imperatore.
     Ecco uno altro Ranaldo paladino:
     Non dico quel di mo, dico il segnore
     Di Vicenzia e Trivisi e di Verona,
     Che a Federico abatte la corona.

         Natura mostra fuor il suo tesoro:3
     Ecco il marchese a cui virtù non manca.
     Mondo beato e felici coloro
     Che seran vivi a quella età sì franca!
     Al tempo di costui gli zigli d’oro
     Seran congionti a quella acquila bianca
     Che sta nel celo, e seran sue confine
     Il fior de Italia a due belle marine.

  1. Ml., Mr. e P. omm. il primo e.
  2. Ml. e Mr. vertute.
  3. T. fore; Ml. fuor.