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120 orlando innamorato [St. 23-26]

23 Re Desiderio e lo re Salamone
     E Brandimarte (che era dimorato
     Alquanto per disciorre ogni pregione),
     Ricardo e Belengieri apresïato.
     Seguiva apresso Avorio, Avino e Ottone,
     Il duca Namo e il duca Amone a lato,
     Ed altri, tutti gente da gorzera,
     Che più di cento sono in una schiera.

24 E’ già son gionti presso a quelle mura,
     Ove la zuffa è più cruda che mai,
     Che era cosa a vedere orrenda e scura,
     Come di sopra poco io ve contai.
     Grande era quel rumor fuor di misura
     De cridi estremi e de istrumenti assai,
     E facevan tremar de intorno il loco,
     Nè altro se odìa che morte e sangue e foco.

25 Già Mandricardo avea pigliato un ponte,
     Rotte le sbarre e spezzata la porta,
     Ed avea gente a seguitar sì pronte,
     Che ciascun dentro molto se sconforta.
     Da un’altra parte il crudo Rodamonte
     Su per le mura ha tanta gente morta
     Con dardi e sassi, e tanta n’ha percossa,
     Che vien da’ merli il sangue nella fossa.

26 Guarda le torre e spreza quella altezza,
     Battendo e denti a schiuma come un verro.
     Non fu veduta mai tanta fierezza:
     Il scudo ha in collo e una scala di ferro
     E pali e graffie e corde fatte in trezza,
     E il foco acceso al tronco de un gran cerro;
     Vien biastemando e sotto ben se acosta,
     La scala apoggia e monta senza sosta.

11. P. omm. Che. — 12. Mr. i ve ; P. omm. io. — 29. P. graffi - id. a trezza. — 31. Mr. e P. sotto ben.