Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/97

Da Wikisource.
[St. 15-18] libro iii. canto vi 87

15 Torna alla zuffa il giovanetto forte,
     Sì rosso in vista che sembrava un foco:
     Guardative, Pagan, chè el vien la morte!
     A zaro il resto, ormai non vi è più gioco.
     E ben se avide il falso Daniforte
     Che il contrastar più qua non avea loco:
     Già morto è Martasino e Barigano,
     Quaranta e più de gli altri sono al piano.

16 Esso è rimaso e seco Pinadoro,
     Circa ad otto altri ancora, con Mordante.
     Tagliava allora il capo a un barbasoro
     La dama, e gli altri avea morti davante.
     Intanto insieme consigliâr costoro
     Che Daniforte attenda a Bradamante
     E conducala via, mostrando fuggere,
     Gli altri Rugiero attendano a destruggere.

17 Era già gionto il giovanetto al ballo,
     E stranamente incominciò la danza,
     Chè incontrò un rebatin sopra al cavallo,
     E tutto lo partì sino alla panza.
     Non avea intorno pezzo di metallo,
     Perchè era armato pure a quella usanza,
     Moresca, dico, essendo Genoese:
     Ma con la fede avea cambiato arnese.

18 Rugier lo occise, e un altro a canto ad esso.
     Nè Bradamante ancora se posava;
     Ma Daniforte occultamente apresso
     Di lei se fece e sua lancia menava.
     Là dove il sbergo alla giontura è fesso,
     Colse, ma poco dentro ve ne entrava,
     Chè forte mai non mena quel che dubita:
     La dama se voltò turbata e subita.

4. Mr. Azaro (A zaroT)\ P. Azaro. — Ifi. P. atfeviioì o. — 19. T. e Mr. rebatin.