Pagina:Bois - Sui confini della scienza della natura,1928.djvu/17

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in sè il germe del pensiero di Laplace «per lui l’Universo non sarebbe altro che un fatto e una grande verità»4.

Anche in Leibniz si trova già il pensiero di Laplace, anzi sotto un certo rispetto più ampiamente sviluppato che in Laplace, in quanto che Leibniz si rappresenta questa intelligenza fornita anche di sensi e di capacità tecnica. Pierre Bayle aveva opposto alla teoria dell’armonia prestabilita che essa supponeva lo spirito umano simile ad una nave che volgesse verso il porto per sua intima forza. Leibniz replicò non essere nient’affatto impossibile ciò che Bayle pensava, «Senz’alcun dubbio» dice egli «un uomo potrebbe fabbricare una macchina capace di muoversi per qualche tempo da una parte e dall’altra di una città e di piegare esattamente a dati angoli di via. Uno spirito incomparabilmente più perfetto, anche se limitato, potrebbe anche prevedere ed evitare un numero di ostacoli incomparabilmente maggiore. Tanto è vero questo che se, come alcuni credono, questo mondo non constasse che di un numero infinito di atomi moventisi secondo le leggi della meccanica, è ben certo che uno spirito finito potrebbe essere abbastanza alto per comprendere con matematica sicurezza tutto ciò che a tempo stabilito deve accadere: così che questo spirito non soltanto potrebbe fabbricare un vascello capace di dirigersi da sè a un dato porto una volta che gli fosse comunicata la conveniente intima forza e la direzione, ma potrebbe anche formare un corpo capace d’imitare le azioni umane»5.