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potenti alla composizione di apocrifi, così da parte dei cattolici come da parte degli eretici, fu l’interesse dogmatico e apologetico: i primi miravano a mettere in luce più viva e far sentire più intensamente la divinità di Cristo, la verginità assoluta e la potenza di Maria, ed altri dogmi della fede cattolica; gli altri, specialmente gli Gnostici, cercarono fin dai tempi più antichi di far propaganda efficace delle proprie dottrine eterodosse col presentarle come esplicitamente insegnate da Cristo e dagli apostoli.

Il valore storico diretto degli apocrifi neotestamentari giunti sino a noi è generalmente nullo; assai grande invece quello indiretto, in quanto ci rivelano e ci fan, per così dire, toccar con mano gli stati d’animo, i sentimenti, le tendenze, gl’ideali, le correnti morali e religiose della cristianità antica, o di larghi strati di essa, completando o rettificando quanto possiamo ricevere da altre fonti, o addirittura supplendo al silenzio di queste.

Importantissimi inoltre sono gli apocrifi neotestamentari per l’influsso profondo esercitato attraverso i secoli, e specialmente nel Medio Evo, sulla letteratura e sull’arte cristiana, e talora sulla stessa liturgia.

Se infatti, a cominciare dal IV secolo, la lotta contro gli apocrifi fu assai viva nel magistero cattolico, soprattutto in Occidente, non riuscì tuttavia a sradicare le simpatie di cui molti di quelli godevano presso il popolo, e si limitò in gran parte ai loro errori dottrinali.

Per il resto, se si prescinda specialmente dai Pseudo-Vangeli, parecchi apocrifi non dispiacevano troppo agli stessi dottori cattolici, soprattutto per le abbondanti notizie sulla vita e attività degli Apostoli, de’ quali così poco si sapeva dalle fonti canoniche; onde si trovò spesso un mezzo ingegnoso per ripudiar gli apocrifi e farne in pari tempo tesoro, proclamandoli cioè venerabili libri antichi, perfidamente corrotti dagli eretici!

          Tra le opere d’insieme, relative agli apocrifi del Nuovo Testamento, segnaliamo: J. U. Fabricius, Codex apocryphus Novi Testamenti, Hamb. 1703-1719; 2ª ed. 1719-1743; J. C. Thilo, Codex apocryphus N. Testamenti, tom. I, Lipsiae 1832 (è stato pubblicato solo questo primo volume contenente, oltre l’introduzione, solo alcuni vangeli apocrifi); A. Hilgenfeld, Novum Testamentum extra canonem receptum, 2 ed. Lipsiae 1876-1884; E. Nestle, Novi Testamenti graeci supplementum, Lipsiae 1896; M. H. James, Apocrypha Anecdota, serie 1 e 2, Cambridge 1893-1897 (Texte a. Studies II, 3; V, 1); Id. The apocryphal New Testament... newly translated, Oxford 1924; 2ª ed. 19261; H. Lietzmann, Kleine Texte für Vorlesungen und Uebungen: Apocrypha I, II, III, IV e fasc. 31, 1910-1924; A. Walker, Apocryphal Gospels acts and Revelations (Ante-Nicene Christian Library),
  1. A questa seconda opera alludiamo quando rimandiamo senz’altro al James.