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disse la levatrice: «E vero questo?» E Giuseppe le disse: «Vieni e vedi». E la levatrice andò con lui.

2. E si fermarono al luogo della grotta, ed ecco una nuvola luminosa, adombrava (Mt., 17, 5; Mc., 9, 7) la grotta. E disse la levatrice: «È stata magnificata oggi l’anima mia1, perché i miei occhi han visto maraviglie perché la salvezza è nata per Israele (Lc., 2, 30-32). E subito la nuvola si ritraeva dalla grotta, e apparve una gran luce nella grotta, sicché i nostri occhi non la potevano sopportare. E poco dopo quella luce si dileguò, sino a che apparve il bambino e venne e prese la poppa da Maria sua madre2. E la levatrice esclamò e disse: «Grande è questo giorno oggi per me, perché ho veduto questo nuovo miracolo».

3. E uscì la levatrice dalla grotta e s’imbatté in Salome3. E le disse: «Salome, Salome, un miracolo nuovo ho da raccontarti: una vergine ha partorito, ciò che la sua natura non comporta4. E disse Salome: «Com’è vero che vive il Signore mio Dio, se non ci metto il mio dito e non scruterò la sua natura5, non crederò mai (cfr. Jo., 20, 25) che una vergine ha partorito.

  1. Cfr. sopra V, 2.
  2. La nuvola luminosa, che suole accompagnare le teofanie nell’Antico e nel Nuovo Testamento, e lo splendore, che occhio umano non può sopportare, rivelano la divinità del neonato, mentre il prender la poppa da Maria mostra la sua reale umanità.
  3. Che Salome sia anch’essa una levatrice, com’è detto nello Pseudo Matteo, non risulta dal Proto vangelo. Sembra anzi chiaramente escluso.
  4. Qualche ms. aggiunge: καὶ ἡ παρθένος μένει παρθένος, «e la vergine rimane vergine», o altra espressione simile, ch’è affatto superflua. San Girolamo nel trattato c. Helvid (8, 10), protesta contro gli apocryphorum deliramenta a proposito delle levatrici chiamate ad assistere al parto di Maria: «nulla ibi obstetrix, nulla muliercularum sedulitas». Ma il rimprovero non tocca veramente il Protovangelo, il quale introduce sì delle levatrici, ma a cose fatte, quando cioè il bambino è bell’e nato; le introduce cioè non già ad esercitar l’arte loro, ma a constatare e confermare con la loro testimonianza il parto miracoloso. Alla presenza di levatrici alludono in Occidente, già nel IV secolo il poeta Prudenzio (Cathemer. XI, 94 sg.) e San Zeno di Verona (Tractatus, II, 8). Più tardi (IX-XIII sec.) il bagno del neonato Gesù, assistito dalle levatrici, è un episodio raffigurato frequentemente nell’arte: la rappresentazione più antica si ha in una pittura del cimitero di San Valentino sulla Via Flaminia in Roma. Nell’arte greca è un motivo tuttora vivo. Salome, con la mano bruciata, è raffigurata già in uno de’ musaici di Santa Maria Maggiore.
  5. La frase, di una crudezza insopportabile (e ripetuta in principio del capo seguente), è variamente mitigata in alcuni manoscritti. La prima espressione poi «se non ci metto il mio dito» (e più sotto «cacciò il suo dito», eco evidente di Jo. 20, 25, manca in parecchi manoscritti, che si