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Non basta che i nostri valorosi soldati vincano sui campi di battaglia e sui mari. Bisogna che tutta l’anima del Paese si mantenga sempre ardente di volontà e di propositi.

L’opera nostra, carissimi consoci, deve continuare in ogni angolo della Patria nostra, deve essere opera confortatrice là dove occorra conforto, deve essere opera che propugni i sublimi ideali della Patria nostra, opera che combatta coloro che questi ideali osteggiano o non comprendono. (Vivissimi applausi).

E ancora l’opera nostra, consoci amatissimi, deve essere di instaurare più che mai nel nostro Paese la disciplina della vittoria. La guerra prosegue: i sacrifici a cui il Popolo italiano deve prepararsi non sono lievi. Noi tutti dobbiamo ben persuadere a tutto il popolo nostro che se è certa la vittoria della nostra impresa, deve essere assidua l’opera della nostra disciplina, oggi disciplina di sacrifici, domani disciplina di vittoria.

Affidiamo quest’opera a tutti i nostri consoci, affidiamola alle consocie nostre, le quali esercitano un’azione tanto valida di italianità sia come propagatrici delle nostre idee, sia per le virtù onde animano e irradiano le nostre opere dell’assistenza civile e della Croce Rossa in tutti gli ospedali, a sollievo di tutte le famiglie che nell’ansia pregano e confidano.

Affidiamo quest’opera sopratutto alle schiere giovani della nostra Società, a quelle schiere dalle quali già mossero arditi campioni, come altri si sono dipartiti da ogni classe di cittadini, che intrepidi combatterono, che diedero anche in olocausto alla Patria quella vita che tutta alla Patria avevano dedicato.