Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/131

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E perchè il tributo di omaggio e di ammirazione della Nazione non giungesse tarda risposta alla feroce provocazione del nemico che in Cesare Battisti volle colpire il fiero assertore dell’idea italiana, fu necessità avvalersi della forma del decreto-legge.

Le ragioni del provvedimento adottato col decreto luogotenenziale 27 luglio 1916, n. 1033, sono ampiamente svolte nella relazione, a suo tempo fatta a S. A. R. il Luogotenente Generale di Sua Maestà il Re, che qui di seguito trascrivo:

«La memoria di Cesare Battisti, che per la redenzione della sua Patria fece sacrificio di sè e col martirio voluto e cosciente suggellò tutta una esistenza dedicata al bene della sua terra ed ai supremi ideali nazionali, è sacra ad ogni italiano.

«Il suo nome si aggiunge gloriosamente a quello dei patrioti che sui patiboli del secolare nemico perirono per l’idea italiana e riannoda l’opera nostra alle più grandi tradizioni di dolori e di patimenti del nostro Risorgimento, mentre è segno indelebile dell’odio implacabile dell’Austria, contro il sentimento nazionale italiano.

«Sicuro d’interpretare la coscienza unanime degli italiani, il Governo presenterà al Parlamento un disegno di legge per la erezione di un monumento nazionale a Cesare Battisti in Trento.

«Ma se il sacrificio di Cesare Battisti resterà alle generazioni venture come simbolo e come monito, occorre che sia conservata ai posteri anche l’opera sua intellettuale che ha un eminente valore intrinseco ed attesta così profondamente i suoi ideali di Patria a cui nel pieno fiore degli anni ha fatto olocausto della sua vita.