Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/210

Da Wikisource.
190

Alle dichiarazioni fatte dal Presidente del Consiglio seguivano subito quelle del Ministro degli Esteri On. Sonnino, il quale, tra le altre cose, dava ragione della recente proclamazione riguardante l’Albania, della nostra politica verso la Grecia ove, in quei giorni il Re Costantino aveva dovuto abdicare, annunziava che un piccolo corpo di esercito italiano prendeva parte alla spedizione inglese in Palestina e rifiutava la formula «senza indennità e senza annessioni» proclamata dal Governo provvisorio russo quale possibile base per le trattative della pace generale. Dichiarava che gli obbiettivi italiani, rimossa ogni brama di conquiste e di imperialismo erano quelli della sicucurezza delle frontiere nazionali. Diceva che col prolungarsi della guerra le condizioni generali si facevano dovunque, fatalmente più difficili; ma che per conseguire una pace durevole occorreva perseverare nello sforzo perchè ogni momentaneo arresto avrebbe potuto rendere vano il cammino fino allora superato e mettere a repentaglio le sorti della Patria.

La Camera, udite le due dichiarazioni, sospese la seduta perchè il Ministero potesse recarsi al Senato. Ciò che avvenne.

La seduta fu ripresa alle ore 16.30.

Il Presidente comunicò che erano state presentate quattro richieste di convocazione in Comitato Segreto. Le prime Arme di esse erano rispettivamente quelle degli Onorevoli Berenini, Grippo, Calisse, Pantano.

Contro queste richieste parlò subito l’On. Turati, il quale svolse il concetto che il Parlamento, dovendo rendere conto del suo operato al Paese, non può lasciare ignorare al Paese appunto quello che fa.

Questa tesi tu ribattuta dagli Onorevoli Pantano e Berenini, dopo di che l’On. Marcora invitò il Presidente del Consiglio ad esprimere il parere del Governo sulle richieste anzidette.

L’On. Boselli dichiarò quanto segue:

BOSELLI, presidente del Consiglio. Onorevoli deputati, altre volte ho avuto occasione di dire a nome del Governo le ragioni per le quali il Governo stesso non reputava opportuno che la Camera si convocasse in Comitato segreto. Ma il Comitato segreto è un istituto contemplato dallo Statuto del Regno; e, come oggi è proposto, non è la manifestazione di alcun intendimento politico che possa avere per il Governo significazione di fiducia o di sfiducia, ma è semplicemente una manifestazione che emana da varie parti della Camera.