Pagina:Brofferio - Per lo spiritismo.djvu/319

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dalla morale delle intelligenze occulte; in generale non meno ortodosse, e non parlano di paradiso nè d’inferno; ma incoraggiano a sopportare con pazienza le prove di questa vita, raccomandano fede, speranza, carità, perdono, preghiera; dicono ciò che si può dire per renderci, se non felici, almeno più tranquilli e più buoni. Da parte del tentatore sarebbe una predica singolare; il diavolo sarebbe troppo buon diavolo. E nemmeno le sciocchezze e le bugie, abbastanza frequenti nelle comunicazioni spiritiche, sarebbero degne del diavolo; la loro puerilità farebbe credere piuttosto all’incosciente del medio, o, come dice un inglese, ad un bambino nascosto, che al serpente del Genesi1.

E discorso analogo si può fare sugli elementali. Ma ascoltiamo ancora Wallace (p. 375, dell’ediz. franc.): «Ensuite, - et c’est là peut-être le plus important caractère de ces faits, - depuis le premier jusqu’au dernier ils sont essentiellement humains. Ils se présentent sous forme d’actions humaines, d’idées humaines, il y est fait usage du langage, de l’écriture, de dessins humains; on y voit se manifester un esprit, une logique, une humour, une émotion que nous pouvons tous apprécier et juger; les communications varient de caractère comme le font celles qui émanent des hommes; tantôt triviales, tantôt tout à fait élevées, elles sont toujours essentiellement humaines;

  1. Su questo argomento segnalo al lettore due interessanti articoli nella Nouvelle Revue del 1891, dell’Alaux, che pure credo sia buon cristiano.