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106 la cena de le ceneri


Fru. I. e. il tosone.

Teo. Pure per imbrogliar il negozio, pregorno il Nolano, ch’esplicasse quello che lui volea difendere, perchè il prefato dottor Torquato argumentarebbe. Rispose il Nolano, che lui s’avea troppo esplicato, e che, se gli argumenti de gli avversarii erano scarsi, questo non procedeva per difetto di materia, come può essere a tutti ciechi manifesto. Pure di nuovo gli confirmava, che l’universo è infinito, e che quello consta d’una immensa eterea regione, e veramente un cielo, il quale è detto spazio e seno, in cui sono tanti astri, che hanno fissione in quello, non altrimenti che la terra: e così la luna, il sole, od altri corpi innumerabili sono in questa eterea regione, come veggiamo essere la terra; e che non è da credere altro firmamento, altra base, altro fundamento, ove s’appoggino questi grandi animali, che concorrono a la costituzion del mondo, vero soggetto, ed infinita materia de la infinita divina potenza attuale: come bene ne ha fatto intendere tanto la regolata ragione e discorso, quanto le divine revelazioni, che dicono, non essere numero de’ ministri de l’Altissimo, al quale migliaja di migliaja assistono, e dieci centinaja di migliaja gli amministrano. Questi sono li grandi animali, de’ quali molti con lor chiaro lume, che da’ lor corpi diffondono, ne sono di ogni contorno sensibili: de’ quali altri son effettualmente caldi, come il sole ed altri innumerabili fuochi, altri son freddi, come la terra, la luna, Venere ed altre terre innuraerabili. Questi per comunicar l’uno a l’altro, e participar l’un da l’altro il principio vitale, a certi spazii, con certe distanze, gli uni compiscono li lor giri circa gli altri come è manifesto in questi sette, che versano circa