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avvenuta il 30 di settembre fu aggravata dallo stretto assedio dalle 6 antimeridiane fino al mezzodì. Li Austriaci avevano per fine l'arresto di varie persone in voce d'autori o d'istigatori di rivolta, e l'investigazione di magazini d'armi. Furono inquisiti il dottor Donato Travelli, Pietro Pagani, Pietro Tosi ed il sac. Luigi Falciola, ecc.1. Il colonnello ungherese Schantz, uomo cortese e di buon cuore, s'accorse tosto della falsa deposizione che aveva attirato sopra il borgo quel nucleo di milizie in numero di tre mila tra cavalli e fanti con sei cannoni, oltre molti gendarmi e i due poliziotti Garimberti, padre e figlio.

Spedì in quello stesso giorno avviso al generalissimo Radetzky, di cui ecco in succinto la risposta. Primo, rovistasse tutto il paese casa per casa se v'erano armi; secondo, non trovatele, rimettesse in libertà i prigionieri, e desistesse (ciò che il colonnello aveva già fatto) dal compire l'arresto di trenta e più individui che erano in nota. V'ebbe un fatto unico di armi rinvenute, e fu in casa del sac. don Paolo Bonomi. Il suo arresto, la minacciatagli imminente fucilazione, indi la prigionia di due mesi in castello finirono con la totale sua liberazione, essendo scusato per pazzo2.

Nel 1849 prima della guerra rinovata dal Piemonte contro l'Austria, questa vedendo minacciata l'integrità dell'impero, non sapeva più a qual mezzo ricorrere per far raccolta di nuove milizie. Le autorità go-

  1. Questi fu in tempo a sottrarsi con la fuga lasciando così al ricercatore di polizia il solo letto caldo; sicchè il Commissario Garimberti diceva: Oh lo troveremo noi!
  2. A ciò potè dare appiglio l'inconsiderato contegno del Bonomi nel nascondere le armi, poichè, collocatele in un canale di tetto, esse furono tosto vedute dalle scolte che appostate su le prossime alture e sui campanili stavano coi loro cannocchiali esplorando il borgo.