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Lalibelà. 13.- DA ASMÁRA A DESSIÈ Pianta, qui contro. 319


Le varie chiese del gruppo sono collegate con il II gruppo da un camminamento che mette al canalizzato Torr. Iordanòs; qui s’apriva una galleria, ora in parte crollata, che conduceva alle chiese del II gruppo.

All’estremità E della città, è un II gruppo di chiese: Bièt Amanuèl, Biet Mercuriòs, Abbà Libanòs e Gabrièl, insieme con una piscina battistero a croce greca. La più bella del gruppo e la più bella architettonicam. delle chiese di Lalibelà è Bièt Amanuèl, rettangolare (m. 17.50 per 11.50), in un cortile di m. 80 x 24, profondo 11.50, Essa ricorda, all’esterno, le chiese del classico tipo axumita (Debrà Damò), con le molte sporgenze a forma di pilastri e con le sue numerose fasce orizzontali.

Sorge su una specie di podio a gradini; le facciate maggiori hanno 5 ordini sovrapposti di 5 aperture: finestre a croce al pianterreno, con una porta, ad arco a pieno sesto al 1° piano, quadrate al 2° piano.

Un passaggio coperto conduce a Bièt Mercuriòs, grotta di m. 31 per 25, alta 6-8, sostenuta da 8 pilastri; uno dei lati è aperto su un cortile irregolare longitudinale. È ornata da numerose pitture. — Poco a S, con la facciata su un cortile profondo 12 m., è la chiesa di Abba Libanòs o Matà, rettangolare (m. 9 per 7), circondata non da trincea, ma da una galleria alta 7 m.

La facciata, su cui risaltano 4 pilastri, ha una porta fiancheggiata da due finestre a croce; al 1° piano, due altre finestre ad arco ogivale; al 2° piano 4 ad arco a pieno sesto. Su una delle facciate prospicienti sulla galleria è un rilievo rappresentante Lalibelà e tracce di altri due: la moglie Chebrà Mascàl a d. e Abbà Libanòs a sin. La chiesa sarebbe stata costruita da Chebrà Mascàl in onore del marito.

Per un piano inclinato su una muraglia di roccia e per un ponte di tronchi si accede a una serie di cripte aperte verso la chiesa di Gabrièl. Dall’ultima cripta un altro ponte dì tronchi conduce, all’estremità del gruppo, alla chiesa di Gabriél, rettangolare (m. 19.50 per 17.50), fiancheggiata da due cortili; uno a S, profondo m. 9, l’altro a N, profondo m. 15. Sul 2° prospetta la facciata principale, divisa da pilastri in 5 grandi nicchie ogivali; nelle due laterali si aprono le porte e queste danno su una piattaforma che si vuole costruita a somiglianza del pretorio di Gerusalemme; nelle altre nicchie sono finestre ogivali con capitelli.

Questo gruppo era collegato da una galleria ora chiusa, col Torr. Iordanòs, nel punto ove sorge una croce di pietra; di qui un’altra galleria pure abbandonata, giungeva alla chiesa di Ghiorghìs.

All’estremità SO della città, in un cortile rettangolare, si trova la chiesa di Ghiorghìs, in forma di croce greca (m. 12.50 per 11.90), su podio alto fino a m. 1.50. Modanature orizzontali sembrano dividerla in 3 piani.

Ciascuna delle 9 facciate è ornata in alto da una finestra ogivale con capitelli e colonnine sormontate da una palmetta e da una croce greca; in ciascuna delle tre facciate a O si apre una porta. Il tetto è sostenuto all’interno da 4 colonne, collegate da archi a pieno sesto. A S è una piscina-battistero; a O vi sono delle cripte e un corridoio che conduce a un torrentello, le cui acque sono state deviate per un profondo canale. Il tetto visto dal di sopra rappresenta una triplice croce greca scolpita.

DA LALIBELÀ A SOCOTÀ, pag. 319.