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CANTO XIII.


Ella non dubitò, ma l’arco aperse,
     E quel ne’ fianchi ferì sì profondo,
     Che le sue forze tutte gli disperse;
Ed allo primo stral giunto il secondo,
     Che dandoli nel petto toccò il core,
     Onde morì, e li can cerchio tondo
Fatto gli avean, facendo romore
     Gli s’appressaro e preser, con costei
     Oltre correndo mostrando valore.
Ma Biancola Carafa innanzi a lei
     Coronata di fior, tant’è piacente
     Quanto alcun’altra che fosse con colei,
Giva correndo sì velocemente
     Dietro ad un daino ch’avanti le giva,
     Che parea che volasse veramente;
E con lei insieme alcun can la seguiva,
     Ma non però che giugner si potesse,
     Tanto era presto que’ che sì fuggiva.