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rica alla bajonetta, veniva respinto con perdita lasciando in poter dei nostri due pezzi d’artiglieria.

Conscio il comandante della 4.a divisione dell’importanza delle posizioni così vittoriosamente tolte al nemico, si diè a fortificarvisi; e ben gliene avvenne, che l’indomani l’Austriaco si faceva ad attaccarle a sua volta con poderosissime forze.

Ma qui voglio lasciar la penna al generale stesso che così narra quell’importante fatto d’arme nel suo rapporto al capo dello Stato maggiore dell’esercito:

«Durante la notte, il maresciallo Canrobert, che col suo corpo d’esercito si trovava a Prarolo, gittava i ponti sulla Sesia, non senza difficoltà pel continuo ingrossare delle acque, e dalle 5 del mattino cominciava ad eseguire il passaggio del fiume con le due divisioni, coperto dalle posizioni occupate dalla 4.a divisione. Verso le 8 del mattino il 3.° reggimento di Zuavi, stato posto da S. M. l’Imperatore dei Francesi alla disposizione di S. M. il Re, veniva dal Torrione, ove aveva pernottato, a prendere posizione sul davanti e lungo la strada che da Palestro conduce alla Sesia.

«Verso le 10 del mattino il nemico con imponenti forze sbucava dalle strade di Robbio e da quella di Rosasco, attaccando con vigore la nostra linea d’avamposti. Questa seconda colonna, composta della brigata Szabo, faceva ripiegare i nostri avamposti sul cavo Sartirana, e passando sul ponte della Brida attaccava con forze preponderanti le due compagnie poste alla cascina S. Pietro, che furono forzate ad abbandonare la posizione, ripiegandosi lentamente. All’attacco, il 4.° battaglione del 10.° reggimento a sinistra della strada di Robbio, fu costretto a ripiegarsi sull’altipiano, eseguendo però i suoi fuochi di ritirata. A destra della strada, il 3.° battaglione del 10.° reggimento veniva opportunamente sostenuto da due compagnie del 9.° reggimento, colà condotte dal prode colonnello Brignone, e successivamente dal 2.° battaglione dello stesso reggimento; e queste truppe, non solo sostennero l’attacco nemico, ma prendendo una vigorosa offensiva, lo ricacciavano alla bajonetta assai lunge dalla linea degli avamposti.